La vita di Emilio CĂšrnigoj viene sconvolta per sempre un giorno qualsiasi, quando, di ritorno verso casa, incappa in una donna misteriosa che sostiene di essere sua figlia. Da quel momento l'esistenza di Emilio inizia a correre su due binari paralleli: da un lato câĂš la sua vita come bravo padre di famiglia nella Trieste del 1993; dallâaltro câĂš il sĂ© stesso giovane, impegnato a studiare allâUniversitĂ di Lubiana nel 1953. Ă lâinizio di una storia che costringerĂ il protagonista a fare un bilancio degli anni trascorsi, ripensando ai tempi andati e alle tante figure che hanno popolato la sua giovinezza. Con lo stile asciutto e il forte senso del tragico che lo hanno consacrato come uno degli autori istriani piĂč significativi, Fulvio Tomizza affida alle pagine di questo bel romanzo la delicata missione di ricostruire un passato scomodo, senza tacere nĂ© della vigliaccheria nĂ© della capacitĂ che gli esseri umani hanno di amare...
Fulvio Tomizza (1935-1999) nasce nella contrada di Materada, nel comune istriano di Giurizzani. Cresciuto in mezzo alle tensioni interetniche fra italofoni e slavi, con lâirrompere della Seconda guerra mondiale Ăš costretto a riparare a Trieste con la famiglia. Iscrittosi allâAccademia di Arte Drammatica e alla facoltĂ di Lettere di Belgrado, nel 1957 esordisce con i primi racconti, cui faranno seguito, di lĂŹ a poco, i romanzi della Trilogia Istriana: "Materada" (1960), "La ragazza di Petrovia" (1963) e "Il bosco di acacie" (1966). Ai suoi romanzi, che raccontano la difficile vita degli italiani di frontiera, Tomizza affianca unâoriginale produzione teatrale ("Vera Verk", "La storia di Bertoldo", "Lâidealista") e una serie di testi per lâinfanzia ("La pulce in gabbia", "Il gatto Martino"). Nel 1977, col romanzo "La miglior vita", si aggiudica il Premio Strega.