Con "La città del Sole" Campanella si propose l'obiettivo di sconfiggere tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia. Influenzato dalle utopie politiche di Tommaso Moro e Platone, Campanella concepisce una repubblica "naturale", governata da un re-sacerdote e da tre magistrati. In questa repubblica, viene praticata una religione "naturale" e non si sostiene l'esistenza dell'inferno né la reale possibilità di punizioni divine. È uno stato in cui ogni bene (e ogni donna) è posseduto collettivamente e in cui il lavoro non supera le quattro ore al giorno. La nascita dei figli è guidata da necessità astrologiche - come a suo tempo suggerito da Platone - e la loro educazione si basa su esperienze piuttosto che su studi tradizionali, anticipando così molte delle idee della pedagogia moderna. Si tratta, quindi, di un'opera visionaria che influenzerà significativamente il pensiero utopistico nei secoli a venire.