Il cappello del prete

Napoli, in un'atmosfera carica di superstizione e passioni violente. Il barone di Santafusca, un nobile dissoluto e pieno di debiti, commette quello che crede essere il delitto perfetto: uccide un mite prete, suo lontano parente, per impadronirsi di una cospicua eredità. Il corpo viene fatto sparire, e tutto sembra andare per il meglio. Ma c'è un testimone muto e terribile che il barone non ha calcolato: il cappello a tre pizze del prete, rimasto per caso nella sua carrozza. Quel semplice oggetto, impossibile da distruggere senza suscitare sospetti, si trasforma nell'emblema della sua colpa, in un'ossessione che lo divora.

Mentre la scomparsa del sacerdote inizia a sollevare interrogativi e la polizia indaga, il barone si ritrova prigioniero della sua stessa coscienza. Ogni sguardo, ogni parola, ogni rumore diventa una minaccia. La sua follia si accresce di pari passo con la paura di essere scoperto, in un lento e inesorabile processo di autodistruzione.

"Il cappello del prete" è un potente romanzo psicologico e un capostipite del genere poliziesco in Italia. Emilio De Marchi, con un realismo crudo e introspettivo, non racconta solo la storia di un crimine, ma dipinge il ritratto universale di un uomo travolto dal rimorso, dimostrando che la peggior prigione non è fatta di sbarre, ma della nostra stessa colpa.