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Il cavaliere della vergine

Livre numérique


"Tutte quelle isole di montagne vulcaniche, ricoperte di splendida vegetazione, che sorgevano dal mare azzurro come altissime piramidi di verzura, erano popolate da genti bellicose che ricevevano i componenti della spedizione a colpi di freccia, oppure fuggivano verso l’interno per preparare imboscate e sorprese" ...

Sulla scia dei già fortunati "Il papa del mare" e "Ai piedi di Venere", l’anziano scrittore valenciano si concentra, negli ultimi anni di vita, sulla storia medievale e moderna dell’amata Spagna, di cui, con questa opera, racconta l’epica espansione coloniale nel Siglo de Oro. Protagonista del romanzo è Alonso de Ojeda (1468-1515), esploratore e avventuriero castigliano a cui si devono la scoperta di vasti territori caraibici e del lago di Maracaibo. Dalla prosa scorrevole e brillante – anche a distanza di quasi un secolo dalla sua stesura – "Il cavaliere della vergine" offre un punto di vista fin troppo benevolo sulle vicende coloniali, nel perfetto spirito dei tempi: anche per questo, però, si rivela una lettura interessante per i lettori contemporanei.

Vicente Blasco Ibáñez (1867-1928) nasce a Valencia da una famiglia di commercianti aragonesi. Seppur laureato in legge, non eserciterà mai la professione forense, preferendo di gran lunga dedicarsi alla letteratura, alle avventure sentimentali e, soprattutto, alla politica. Egli è infatti attivo, fin da giovane, nel fronte repubblicano, finendo più volte vittima della censura monarchica e cadendo anche in un’imboscata quasi fatale. Grande estimatore di Miguel Cervantes, Ibáñez si contraddistingue per una prosa energica, che dà ai suoi molti lavori, fra romanzi, racconti e reportage di viaggio, una solida fama anche a livello internazionale. Alcune sue opere, come "Sangue e arena" e "I quattro cavalieri dell’Apocalisse", vedranno anche delle trasposizioni cinematografiche. È noto, inoltre, per aver corretto il testo di "Noli me tangere", capolavoro del coevo autore filippino José Rizal.