Dall'autore de I Viceré, una raccolta di racconti che svela il volto grottesco e spietato della società italiana post-unitaria.
Pubblicati per la prima volta nel 1890, questi quattordici "verbali" sono altrettante istantanee fulminanti, che fermano sul vivo i tic, le manie e le ipocrisie di un'umanità in maschera. Con la precisione di un entomologo e l'ironia di un moralista, De Roberto seziona la borghesia e l'aristocrazia di fine secolo, mettendone a nudo i vizi segreti, le meschinità inconfessate e le miserie morali. Dalle beghe di condominio alle ambizioni letterarie frustrate, dai salotti perbenisti ai retroscena politici, ogni racconto è un microcosmo perfetto, un'indagine spietata e spesso comica sulla natura umana. Qui, lontano dall'epopea familiare de I Viceré, De Roberto affina le armi del suo realismo crudo e della sua satira tagliente, dimostrando di essere un maestro non solo del grande affresco storico, ma anche del racconto breve.
Un'opera fondamentale per scoprire il De Roberto più ironico e moderno, un autore che, attraverso il "processo" della scrittura, redige l'impietoso verbale dei nostri difetti eterni.











