Sono le ore 23 e 40 di mercoledì 12 febbraio, siamo a Torino: un alto esponente del partito che, fin ad allora, ha avuto la maggioranza sia nel Paese sia, di gran norma, localmente, la Democrazia Cristiana, imprenditore ricchissimo, d’idee conservatrici, consigliere e assessore regionale e candidato nelle elezioni piemontesi di giugno, nel tornare a casa a piedi da una riunione nella vicina sede del Consiglio Regionale, è freddato innanzi al portone da due colpi di pistola. Dirige le indagini sull`omicidio il vice questore Vittorio D’Aiazzo. Il 12 febbraio dell’anno seguente, un altro assassinio, sempre d’una personalità politica, viene inaspettatamente perpetrato. Un terzo il 12 febbraio 1977. Infine un quarto, solo anni dopo ma sempre in 12 febbraio. Tutti questi omicidi presentano le medesime peculiarità. È finalmente grazie al quarto crimine che il vice questore D’Aiazzo trova la soluzione, assicurando alla giustizia l’insospettabile omicida seriale.