Quando si dice che i sogni sono più grandi di noi.
Una misera pulce, dal nome inequivocabile di Saltellina, sogna di poter diventare una grande cantante lirica. Ogni sera fa in modo di assistere a uno spettacolo teatrale, esercitandosi con impegno nella difficile arte del bel canto ma scimmiottando, al contempo, i tipici capricci delle dive. Un ragno, un millepiedi e una zanzara, tuttavia, hanno una sorpresa in serbo per lei...
Fulvio Tomizza, oltre a essere stato romanziere e drammaturgo di straordinaria qualità, ha anche firmato alcune fra le più belle pagine di narrativa per l’infanzia che l’Italia ricordi. "Anche le pulci hanno la tosse", a questo proposito, è forse la sua favola più emblematica. Sebbene espressamente rivolta a un pubblico di bambine e bambini, essa non manca di colpire anche il lettore adulto, senz’altro non immune all’ironia e al sottile cinismo che vi si trovano nascosti.
Fulvio Tomizza (1935-1999) nasce nella contrada di Materada, nel comune istriano di Giurizzani. Cresciuto in mezzo alle tensioni interetniche fra italofoni e slavi, con l’irrompere della Seconda guerra mondiale è costretto a riparare a Trieste con la famiglia. Iscrittosi all’Accademia di Arte Drammatica e alla facoltà di Lettere di Belgrado, nel 1957 esordisce con i primi racconti, cui faranno seguito, di lì a poco, i romanzi della Trilogia Istriana: "Materada" (1960), "La ragazza di Petrovia" (1963) e "Il bosco di acacie" (1966). Ai suoi romanzi, che raccontano la difficile vita degli italiani di frontiera, Tomizza affianca un’originale produzione teatrale ("Vera Verk", "La storia di Bertoldo", "L’idealista") e una serie di testi per l’infanzia ("La pulce in gabbia", "Il gatto Martino"). Nel 1977, col romanzo "La miglior vita", si aggiudica il Premio Strega.