"Benedetto questo paese – disse il viandante – che invece di un cane mette di guardia un agnello. La pace è meglio custodita dall’innocenza che dalla forza".
Pubblicata a Torino nel 1950, "Innocenza" è una raccolta di poesie trasognate, algide e profondamente segnate dal rifiuto di Pezzani per la corruzione del mondo "adulto". I componimenti dell'opera, infatti, esortano a uno sguardo puro e infantile, innocente appunto, sulle cose. Rifacendosi evidentemente alla lezione di Pascoli – che del Fanciullino ne ha fatto una vera e propria poetica – il grande scrittore parmigiano ci trascina con sé in una campagna ricca di meraviglie, in una dimensione da cui solo l’occhio dei bambini può trarre realmente tutto ciò che conta davvero.
Renzo Pezzani (1898-1951), nativo di Parma, è stato un poeta, traduttore e autore di libri per l’infanzia. Dopo essersi arruolato volontario nella Grande Guerra – esperienza che gli lascerà addosso una forte disillusione – si dedica all’insegnamento, collaborando con varie riviste (Corriere dei Piccoli, Giornale del Balilla, Cuor d’Oro) e fondandone una per conto proprio (Difesa Artistica). Nel folto catalogo delle sue opere, si potrebbero citare vari titoli, fra cui la raccolta di fiabe "Ruggine" (1937), le poesie in dialetto parmigiano di "Tarabacli" (1943) e il romanzo "Orchidea nera" (1950).