"Tutta la profonda anima umana tende alla perfezione di sé stessa e verrà giorno in cui non si parlerà più di amore fisico e di amore platonico, ma solamente dell’amore". Pubblicato nel 1897 dall’editore napoletano Luigi Pierro, "L’amor platonico" è un vivace saggio, a sfondo critico, scritto dalla grande Anna Maria Zuccari (in arte Neera). Attingendo a piene mani dal folto patrimonio della letteratura – sia essa italiana, provenzale, russa – la scrittrice milanese offre un excursus storiografico sull’idea stessa di "amore platonico", a partire dalle ipotesi della filosofia antica per arrivare alla sua inevitabilità (necessità, quasi) nel mondo della poesia di ogni tempo. Con sfoggio di erudizione mai autoreferenziale, e un’immensa passione per la materia, Neera ci trascina così in un viaggio avventuroso, che potrebbe essere anche alla ricerca di sé stessi.
Anna Maria Zuccari (1846-1918) nasce a Milano in una famiglia benestante. Rimasta orfana di madre e poi di padre dovrà trasferirsi da due zie, sopportando notevoli ristrettezze economiche. Nel 1871 sposa il banchiere Emilio Radius, col quale mette al mondo due figli. Negli stessi anni esordisce come scrittrice, pubblicando novelle sulle più importanti riviste letterarie e stringendo legami con i maggiori autori veristi (Verga, Capuana). È autrice di ben ventidue romanzi, fra cui "Il marito dell’amica" e "Crevalcuore", oltre che di un libro di memorie, dal titolo "Una giovinezza del secolo XIX".