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Come un sogno

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Poche attività conciliano i sogni ad occhi aperti come viaggiare. Che sia in treno, in carrozza, o su qualsiasi mezzo di trasporto, lo scorrere del paesaggio esterno stimola il pensiero e sprigiona la fantasia. Sotto la spinta della fantasia si tende a romanzare la realtà, creare scenari immaginari e idilliaci e lasciarsi trasportare da pensieri amorosi. Analizzando questo fenomeno, Barrili racconta l’unione di sogno e amore attraverso il viaggio, attraverso gli Appennini che corrono sullo sfondo della narrazione, attraverso l’Italia di fine Ottocento.

Anton Giulio Barrili (1836-1908) nasce a Savona. Laureatosi in Lettere e Filosofia a Genova, nel 1859 si arruola volontario nell’esercito piemontese, partecipando a varie campagne militari al seguito di Garibaldi. Nel corso della sua vita, segnata dall’esperienza risorgimentale, fonda due riviste (L’occhialetto e Il Caffaro) e collabora come redattore al San Giorgio. Assume inoltre la direzione delle riviste Il Movimento (1860) e La Domenica Letteraria (1884). È stato autore di poesia e di commedie, firmando inoltre una cinquantina di romanzi.