Rensi ha a lungo riflettuto sul pensiero di Spinoza, elaborando del filosofo olandese forse una delle migliori interpretazioni novecentesche. Sfuggendo banali catalogazioni, Rensi fonde scetticismo, pessimismo e materialismo in un amalgama del tutto originale che lo pone al di fuori dell'idealismo dominante del primo Novecento italiano. Sono tre i dati più significativi di della sua lettura di Spinoza: appunto lo scetticismo, l’irrazionalismo e l’empirismo, che Rensi intravede nella filosofia spinoziana. Con ciò Rensi tenta di avvicinare Spinoza alla lettura che ne ha fatto uno dei suoi autori di riferimento: Arthur Schopenhauer. Tutto si fonda sull’idea di uno Spinoza empirista, o empiriocriticista, dove il rapporto fra soggetto e oggetto è talmente complesso e intrecciato, che non è possibile vederne la separazione. La proposta di Rensi, apparentemente scandalosa, di un irrazionalismo spinoziano rientra nella polemica anti-idealista portata avanti dal filosofo italiano. Una lettura originale di Spinoza e, ancora oggi, foriera di riflessioni inedite e feconde.