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Favola di Belfagor arcidiavolo

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La "Favola di Belfagor arcidiavolo" conosciuta anche col titolo "Belfagor arcidiavolo" o "Il demonio che prese moglie" è l’unica novella di Niccolò Macchiavelli ad essere nota. Studi recenti hanno, in realtà, messo in dubbio la paternità dell’opera, che non sembra attribuibile con certezza al famoso scrittore fiorentino. Ma di cosa parla questa novella scritta tra il 1518 e il 1527 e pubblicata quasi vent’anni dopo? Si tratta di una satira contro i costumi fiorentini dell’epoca – siamo ai tempi di Carlo d’Angiò re di Napoli – che va a inserirsi nella tradizione popolare di quegli anni. Il re degli inferi decide di inviare sulla terra un arcidiavolo e farlo vivere da uomo sposato, per scoprire finalmente se la vita da sposati è davvero peggiore di una vita passata all'inferno.

Niccolò di Bernardo dei Machiavelli (1469-1527) nasce a Firenze da una famiglia di popolani abbastanza modesta. Nonostante ciò, riceve una solida formazione umanistica, tale da potersi permettere di concorrere alla segreteria della seconda cancelleria del Comune. Da qui prende le mosse la sua carriera politica attiva, che lo vedrà impegnato anche in altre cariche e missioni diplomatiche. Grande ammiratore di Cesare Borgia, a lui dedicherà la sua opera più celebre, "Il Principe", per cui è considerato il fondatore della scienza politica moderna. Dal 1512, col ritorno dei Medici al governo, Machiavelli si ritirerà a vita privata, dedicandosi alla stesura di opere letterarie, filosofiche e storiche, apprezzate per lo stile semplice, vivo, diretto, capace di rendere chiari anche i concetti più complicati. Tra queste si possono citare "Belfagor arcidiavolo" e le "Istorie Fiorentine".