Ciò che appassiona Gramsci - ne Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, uno dei sei volumi dei Quaderni del Carcere, tutti editi da Cactus - è il problema della creazione di un nuovo Stato, dello Stato operaio, il problema dell'egemonia e la funzione della cultura e degli intellettuali nella nuova società. Gli scritti di questo volume, per certi versi, sono il coronamento di tutte le riflessioni gramsciane negli anni del carcere: la giustificazione teorica data al problema degli uomini di cultura, il loro rapporto col popolo-nazione, la loro funzione creatrice. Si tratta di teorie che, per essere correttamente inquadrate, devono essere messe in relazione con le conquiste del movimento comunista nei primi tre decenni del Novecento, a cominciare dall'attività pratica e teorica di Lenin e Stalin e dei loro risultati nella realtà. Scrive infatti Gramsci: «L'egemonia realizzata significa la critica reale di una filosofia, e la sua reale dialettica».