La comprensione metafisica del mondo non è possibile, secondo Schopenhauer, attraverso l'esperienza sensibile: infatti il fenomeno è pura apparenza o "rappresentazione". La comprensione passa piuttosto attraverso la "volontà", che consente di conoscere il noumeno. Nasce così un dualismo tra la dimensione di apparenza delle cose e la loro sostanza. Al fondo delle teorie di Schopenhauer risiede una vena di pessimismo, poiché l'uomo tende alla conoscenza infinita, ma subisce la frustrazione di questo desiderio. In tal modo la vita diviene una faticosa battaglia per l'esistenza, costellata di dolore e noia. L'arte - e in particolare la musica - è il solo antidoto che consenta all'uomo di contemplare l'universale, seppure in maniera effimera.
Il mondo come volontà e rappresentazione resta ancora oggi la testimonianza illuminante di una crisi intellettuale e morale che è ben lontana dall'essere risolta. Quest'opera rappresenta uno dei documenti essenziali per comprendere l'origine e il significato di molte idee che sono ancora operanti nella filosofia contemporanea, pronte a mettersi in moto ogni volta che la storia sembra deludere o sconfiggere