"Il papa del mare" prende le mosse dal rapporto fra Claudio Borja, un giovane poeta valenciano, e l’argentina Rosaura Salcedo, trasformandosi ben presto in un evocativo romanzo storico. Lo scrittore, come un moderno aedo, racconta all’amata la storia di un personaggio remoto, vissuto nel XV secolo. Catapultati nel Medioevo insieme ai protagonisti, siamo così sospinti all’epoca del Concilio di Costanza, quando l’oscuro cardinale aragonese Pedro de Luna viene eletto antipapa col nome di Benedetto XIII. Difficile restare indifferenti alle atmosfere petrarchesche della corte di Avignone, alle vicende contorte di un’epoca così vitale e colorita...
Vicente Blasco Ibáñez (1867-1928) nasce a Valencia da una famiglia di commercianti aragonesi. Seppur laureato in legge, non eserciterà mai la professione forense, preferendo di gran lunga dedicarsi alla letteratura, alle avventure sentimentali e, soprattutto, alla politica. Egli è infatti attivo, fin da giovane, nel fronte repubblicano, finendo più volte vittima della censura monarchica e cadendo anche in un’imboscata quasi fatale. Grande estimatore di Miguel Cervantes, Ibáñez si contraddistingue per una prosa energica, che dà ai suoi molti lavori, fra romanzi, racconti e reportage di viaggio, una solida fama anche a livello internazionale. Alcune sue opere, come "Sangue e arena" e "I quattro cavalieri dell’Apocalisse", vedranno anche delle trasposizioni cinematografiche. È noto, inoltre, per aver corretto il testo di "Noli me tangere", capolavoro del coevo autore filippino José Rizal.