Sull'emancipazione degli israeliti

Dopo aver celebrato l'orgoglio nazionale con "Ettore Fieramosca", Massimo D'Azeglio affronta una delle questioni civili più spinose dell'Ottocento: i diritti degli ebrei. In questo saggio appassionato e lucido, l'autore non si limita a chiedere l'emancipazione degli israeliti, ma smonta con argomenti razionali, storici e morali tutti i pregiudizi che per secoli hanno giustificato la loro esclusione dalla società.

Con uno stile che è un modello di polemica civile, D'Azeglio dimostra come l'uguaglianza dei diritti non sia solo un dovere etico, ma una necessità politica per uno Stato che aspiri a essere liberale e moderno. La vera "questione ebraica", sostiene, non è legata agli ebrei, ma all'ignoranza e all'oscurantismo della società cristiana che li opprime.

Scritto in un momento cruciale, mentre le Costituzioni si diffondevano in Europa, questo testo non è solo un atto di coraggio civile, ma un tassello essenziale per comprendere il progetto risorgimentale nella sua interezza: un'Italia unita non solo geograficamente, ma anche da principi di libertà e giustizia che valgano per tutti i suoi cittadini, a prescindere dalla fede.

Un documento fondamentale per riscoprire un D'Azeglio meno noto ma profondamente liberale, e per riflettere sulle radici dell'intolleranza e sul significato più autentico di cittadinanza.

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