Scritto a caldo nei mesi convulsi di quello stesso anno, "Romanzo della guerra nellâanno 1914" rappresenta inizialmente un esercizio fatto da Panzini per sĂŠ stesso, senza cioè alcuna intenzione di darlo alle stampe. Ma poi, su invito del suo editore, il grande intellettuale romagnolo accetta di pubblicare il testo. Si tratta di un diario intimo, toccante, delle lunghissime settimane successive allâattentato di Sarajevo, con cui sarebbe poi scoppiata la Grande Guerra. Mesi difficili in tutta Europa, certo, ma anche in Italia: stretta nella morsa di unâalleanza innaturale con lâAustria e la Germania, ma anche tentata da unâostinata neutralitĂ che, come ben sappiamo, sarebbe stata infranta solo dopo, con la decisione di entrare in guerra a fianco dellâIntesa nellâanno successivo. Un documento preziosissimo su una pagina fondamentale della nostra storia...
Alfredo Panzini (1863-1939) nasce a Senigallia, figlio di un medico riminese. Trascorsa lâinfanzia a Rimini, frequenta il Convitto Nazionale Foscarini a Venezia e poi lâUniversitĂ di Bologna, laureandosi in Lettere (fra i suoi docenti, anche Giosuè Carducci). InsegnerĂ per tutta la vita al Liceo Ginnasio Statale Terenzio Mamiani di Roma, affiancando alla professione di insegnante una vivace produzione letteraria e lessicografica. Nel 1905, infatti, è fra i compilatori del Dizionario Moderno Hoepli. Scrittore estremamente prolifico, firma una trentina di romanzi (fra cui "Rose dâogni mese", "Il padrone sono me!" e "La sventurata Irminda"), ma è anche autore di vari saggi storici ("Sigismondo Malatesta") e letterari ("Lâevoluzione di Giosuè Carducci").