Quando si fa sera, riposti gli orologi riparati negli astucci, pronti per essere riconsegnati l’indomani mattina ai proprietari, Zìmolo chiude la bottega di pietre e cuoio incastonata in fondo al vicolo. La chiude ed esce per strada, s’incammina verso una casa dove ad aspettarlo non ci sono figli né moglie. Alla sua età , ha ormai perso ogni speranza di compagnia e la notte, quando aspetta il sonno, gli piace raccontarsi di non pensarci neanche più di tanto.
Nel tragitto verso casa si ferma davanti a una palazzina rossa in mattoni che nasconde, dentro le proprie mura, anime di ragazze sole come lui, nonostante i clienti giornalieri. Donne giovani eppure già prive di futuro. Angela è una di loro, ventenne madre di un bambino di padre senza volto. Zìmolo vorrebbe aiutarla, ma Angela, chiusa nella propria diffidenza e solitudine, ha difficoltà a fidarsi ancora una volta di un uomo.
In questo romanzo lievemente illuminato, la malinconia segnerà lo scorrere delle pagine e donerà alla lettura un’atmosfera soffusa che sa di crepuscolo e di colla di orologi, colorando Zìmolo, mastro orologiaio, di un alone di solitudine e tristezza.
Umberto Fracchia (1889-1930) è stato uno scrittore italiano. Raggiunta la fama letteraria con il romanzo 'Angela', scritto nell’ultimo decennio di vita, le sue abilità di narratore verranno addirittura paragonate a quelle di Verga. Scrittore di personaggi solitari, le sue opere sono tutte offuscate da una nebbia di malinconia.