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Confessione postuma

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Occultismo, spiritismo, ipnosi: dopo il periodo verista che permea i racconti "Storie umili" e il romanzo "La bocca del lupo", Gaspare Invrea si cimenta col mondo dell'orrore e del mistero. Sono quattro i racconti in cui le atmosfere torbide e inquietanti sconfinano a tratti nell'horror, con descrizioni ricche di pathos ispirate ai migliori racconti di Edgar Allan Poe. Testimonianza dello sperimentalismo e dell'evoluzione dello scrittore genovese, questa raccolta adotta uno stile più scapigliato-decadente, dove le suggestioni intime e oscure del folklore non solo sono evidenti, ma guidano dall'ombra l'intero processo narrativo.

Gaspare Invrea (1850 - 1917), noto con lo pseudonimo di Remigio Zena, è stato un autore e intellettuale italiano. Di origini aristocratiche, ebbe un'educazione molto religiosa che lo portò ad arruolarsi per la difesa di Roma durante la Breccia di Porta Pia.

Vicino a Manzoni per la connotazione religiosa dei suoi scritti e a Verga per la predilezione verso personaggi di ceto sociale basso, i poveri e gli emarginati, Invrea ha scritto racconti, romanzi e componimenti poetici di intonazione religiosa e moraleggiante, ma anche dotati di tratti ironici e vivaci, di gusto scapigliato. Tra le sue opere, la più famosa è il romanzo e testo teatrale "La bocca del lupo" (1872).