Manuel García ci porta ancora una volta dentro un universo di erotismo maschile diretto, viscerale, dove non c’è spazio per fronzoli o finzioni. I protagonisti sono uomini veri, virili, spesso duri e silenziosi, capaci di trasformare ogni incontro in un campo di tensione e potenza. Qui il desiderio è fisico, carnale, innegabile. Qui l’uomo desidera l’uomo, e lo prende.
Il racconto centrale, Il massacro, si svolge a Parigi, lontano dalle luci turistiche, in un palazzo scrostato del diciassettesimo arrondissement. Lì Damien si presenta alla porta di Abdou, uomo imponente e senza compromessi, pronto a metterlo alla prova. Non è un gioco, non è un incontro d’amore: è una resa dei conti con la carne, con i limiti del corpo, con l’umiliazione che diventa piacere.
“L’ufficio odorava di fumo e tessuti africani. Abdou mi scrutava in silenzio, il suo boubou blu che sembrava inghiottirmi con lo sguardo. «Togliti i pantaloni», disse piano, senza alzare la voce. Obbedii. Mi piegai, allargando le natiche come aveva chiesto. Sentii le sue mani grandi tastarmi il culo, fredde e sicure, mentre un brivido mi correva lungo la schiena. Non c’era affetto, non c’era promessa: solo la certezza che quel corpo nero avrebbe preso il mio e lo avrebbe piegato a sé.”
Sono storie che lasciano il segno, fatte di odori, gemiti, sfide di virilità. Erotismo crudo, carnale, che resta sotto pelle. Dopo averle lette, il silenzio sarà pieno di corpi che respirano ancora.
