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Sul Grappa dopo la vittoria

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Italia, anni Venti. La Grande Guerra è finita da qualche anno, ma il Monte Grappa è ancora presidiato dall’esercito. Un giovane del contado si spinge sulla montagna in cerca dei resti di vettovaglie in scatola, di rame e di piombo da rivendere. A valle, infatti, la situazione è disperata, e i civili non sanno più come riuscire a campare. Sullo sfondo di uno sciacallaggio disperato e drammatico, però, la maestosità del Grappa sembra guardare alle quisquilie umane dall’alto in basso. Attorno al Monte, infatti, orbita un intero universo in sfacelo: una civiltà plurisecolare al tramonto, antiche economie che si scontrano con la più brutale modernità. Un romanzo struggente, che racconta in modo inedito una delle pagine più cupe della storia italiana.

Paolo Malaguti nasce a Monselice nel 1978. Dopo aver esordito, nel 2009, con "Sul Grappa dopo la vittoria", pubblica il saggio "Sillabario veneto: viaggio sentimentale tra le parole venete" (2011). Da allora, la sua produzione si è distinta per l’alternanza fra libri di saggistica – sempre incentrati sul suo amato Veneto – e romanzi che spaziano dal genere storico al fantasy. Fra i finalisti sia del Premio Strega (2016) che del Premio Campiello (2019), si è aggiudicato il Premio Internazionale di Letteratura Città di Como con "L’ultimo Carnevale" (2019), il Premio Biella Letteratura e Industria con "Se l’acqua ride" (2021) e il Premio Mario Rigoni Stern con "Il Moro della cima" (2022). Al momento insegna lettere nelle scuole di Treviso e Vicenza.


Oppleser: Mose Singh

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