"Tigre Reale" è un romanzo che ci porta a fare i conti con l’Amore e con la Morte, due grandi temi che Verga ci racconta attraverso la parabola di Giorgio La Ferlita, giovane perennemente indeciso e volubile. L’amore appassionato per Nata – una contessa russa malata di tubercolosi, che Giorgio ha conosciuto ad un ballo a Firenze – si sovrappone alla sua serena vita famigliare con Erminia. Giorgio, venuto a conoscenza della convalescenza di Nata ai Bagni di Acireale, si assenta sempre più spesso, gettando Erminia fra le braccia di un lontano cugino. Infine, quando anche Erminia si ammalerà , Giorgio sarà costretto ad una dolorosa scelta...
Giovanni Verga (1840-1922) nasce a Catania in un’antica famiglia di origine aragonese. Arruolatosi nella Guardia Nazionale di Garibaldi (1860), si dedica in parallelo alle prime produzioni letterarie, dando vita alla rivista "Roma degli Italiani". Vivrà a lungo fra Firenze, Milano e Roma – entrando così in contatto col coevo mondo letterario – per poi ristabilirsi definitivamente a Catania (1893). Verga è considerato il massimo esponente del Verismo e, con capolavori assoluti quali "I Malavoglia" e "Mastro-don Gesualdo", ha conosciuto grandissima fama, ottenendo nel 1920 anche la nomina a Senatore del Regno d’Italia.