Il dramma dellâemigrazione sulla pelle di una madre con il neonato al seno: una raffigurazione senza tempo, emblema della sofferenza di tutte quelle persone che sono costrette a lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore...
Secondo volume della celebrata Trilogia Istriana, "La ragazza di Petrovia" Ăš un romanzo che racconta la delicata fase di inserimento delle migliaia di profughi istriani nellâItalia appena uscita da un disastroso conflitto mondiale. Ammassati nei cosiddetti "campi di raccolta", questi italiani, sfuggiti a Tito e alle rappresaglie antifasciste, scopriranno di non essere affatto i benvenuti. Protagonista del romanzo Ăš Giustina, giovanissima profuga che si ritrova a dover portare avanti la gravidanza nonostante un contesto sociale cosĂŹ drammatico. Un libro che racconta la tragedia eterna dellâemigrazione, dellâintolleranza e dellâodio, riportando a galla eventi storici che lâopinione pubblica italiana ha scelto di dimenticare troppo presto.
Fulvio Tomizza (1935-1999) nasce nella contrada di Materada, nel comune istriano di Giurizzani. Cresciuto in mezzo alle tensioni interetniche fra italofoni e slavi, con lâirrompere della Seconda guerra mondiale Ăš costretto a riparare a Trieste con la famiglia. Iscrittosi allâAccademia di Arte Drammatica e alla facoltĂ di Lettere di Belgrado, nel 1957 esordisce con i primi racconti, cui faranno seguito, di lĂŹ a poco, i romanzi della Trilogia Istriana: "Materada" (1960), "La ragazza di Petrovia" (1963) e "Il bosco di acacie" (1966). Ai suoi romanzi, che raccontano la difficile vita degli italiani di frontiera, Tomizza affianca unâoriginale produzione teatrale ("Vera Verk", "La storia di Bertoldo", "Lâidealista") e una serie di testi per lâinfanzia ("La pulce in gabbia", "Il gatto Martino"). Nel 1977, col romanzo "La miglior vita", si aggiudica il Premio Strega.