Napoli, 1938. Carolina è un’operosissima sarta, sposata con don Arturo e madre di ben cinque figli. In occasione della visita di Adolf Hitler alla città, ella ha come un oscuro presentimento: ben presto, in uno sforzo quasi parossistico, inizia a lavorare di buona lena, per riuscire a stipare abbastanza risorse alimentari nella sua sartoria, così come nella cantina di casa. Di lì a pochi anni, poi, il suo impegno risulterà essere stato provvidenziale. Nel più cupo periodo della Seconda Guerra Mondiale, infatti, Carolina riuscirà a nutrire non solo i suoi famigliari, ma anche le tre sorelle, l’amica Irene e tutti i dipendenti della bottega. "La sartoria di via Chiatamone" sprofonda chi legge nell’atmosfera opprimente di una Napoli ferita, ma non per questo meno coraggiosa. Con un’abile commistione fra italiano e dialetto, la vicenda di Carolina punta dritto al cuore, riportando la Storia alla sua dimensione più domestica e, quindi, più autentica...