Benedetto Croce compose questo breve saggio nel 1892. Originariamente immaginato come introduzione alla commedia di Charlotte Leffler "Come si fa il bene", il testo guadagnò una dimensione indipendente: nonostante la brevità, si distingue come uno dei pochi interventi critici sui nuovi movimenti letterari provenienti da Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca. Croce accosta Ibsen, che stava conoscendo un travolgente successo in tutta Europa, all'ascesa di Björnson, successivamente premio Nobel per la letteratura nel 1903. Il fulcro del saggio è sicuramente il desiderio di Croce di condividere il suo interesse e la sua curiosità per l'attività letteraria di Leffler, ma si tratta in fondo di un pretesto che gli consente di tracciare una rapida mappatura della letteratura scandinava, la quale resta ancora oggi di grande interesse come inquadramento di un movimento letterario apparentemente lontano, e che tuttavia nel corso degli anni sarebbe sempre più disceso da nord verso pubblici più vasti.
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