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Rosmersholm

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La giovane Rebecca West, proveniente dalla Norvegia, viene assunta come dama di compagnia dalla signora Beate, moglie del pastore Giovanni Rosmer. La coppia non ha figli e Casa Rosmer rimane immobile, chiusa alla luce e alla vita moderna. Questa immobilità viene turbata all'improvviso dal suicidio di Beate. Nella vecchia casa continuano a vivere Rebecca e Giovanni. Nasce così una unione casta, spirituale, grazie alla quale la giovane risveglia nell'animo di Rosmer quei pensieri di ribellione alla morale che faranno di lui un altro uomo. Rosmer, infatti, si dimette dalla carica di pastore e finisce con l'attirarsi la feroce inimicizia del rettore Kroll, capo dei conservatori. Ma la sua apostasia sarà incompleta, finché Rebecca non diventerà la sua seconda moglie. Tuttavia la donna respinge la proposta e confessa a Rosmer che Beate si è uccisa per colpa sua: l'aveva infatti indotta a credere di aspettare un figlio da lui. Il dramma si chiude col suicidio di Rebecca e Rosmer, ovvero con l'affermazione dell'inutile tentativo di conciliare la natura col dovere. È una dichiarazione di impotenza: l'uomo non sa rinnovarsi.