Composto da vari interventi, risalenti agli anni fra il â45 e il â47 e raccolti con paziente cura da Pietro Paolo Trompeo per la casa editrice Le Monnier, "Della tolleranza" è unâopera ibrida, astiosa e piena di livore. A metĂ strada fra un pamphlet e una cruda disamina della grigia realtĂ postbellica. Ad attirarsi gli strali di Pancrazi (e del suo stile velenoso) sono tutti i tratti dellâItalia di allora che, a dispetto della retorica, sembrava non sapersi emancipare da decenni di furia liberticida. Da liberale convinto, che aveva militato nel CLN e che non si era mai rassegnato al regime mussoliniano, Pancrazi lancia i propri strali contro lâintolleranza ideologica di quegli anni, che rischia di riportare in auge brutte abitudini passate come la propaganda, la cultura pilotata dalla politica e, cosa per lui ancora piĂš grave, una critica letteraria che non ha coscienza o stima di sĂŠ, ma che si limita a commentare superficialmente la letteratura, quasi alla stregua di semplice "ancella" della politica...
Pietro Pancrazi (1893-1952) nasce a Cortona da una locale famiglia aristocratica. Dopo la laurea in giurisprudenza, inizia a collaborare con importanti riviste di critica letteraria e quotidiani, attivitĂ di cui ben presto farĂ un mestiere, finendo con lo scrivere per La voce letteraria, Pegaso (di cui sarĂ anche redattore capo), Pan e, soprattutto, Il Corriere della Sera. Dopo aver prestato servizio al fronte nella Prima Guerra Mondiale, diventa uno dei maggiori critici letterari dellâepoca, scrivendo anche le prime opere narrative originali. La sua fama sarĂ tale che, dopo aver preso parte alla guerra partigiana del 1943-1945, sarĂ consultato dallâAssemblea costituente per rendere in bella forma la stessa Costituzione Italiana. Negli ultimi anni di vita è anche socio dellâAccademia dei Lincei e della Crusca. Al di lĂ della febbrile produzione critica, Pancrazi è stato autore di opere come "LâEsopo moderno" (1930), "Donne e buoi dei paesi tuoi" (1934) e "La piccola patria" (1946).