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Il monopolio dell'uomo : Il femminismo può essere solo socialista

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Al principio degli anni Novanta del XIX Secolo, Anna Kuliscioff analizza la condizione della donna del suo tempo, ma, con uno sguardo modernissimo, lo fa senza appiattirla sulla mera dimensione pensata dal maschio per lei, quella dell'angelo del focolare, anzi la eleva finalmente a soggetto, dimostrando come, con l'approssimarsi dell'avvento della società di massa, la donna diventi elemento fondamentale della produzione. È con un'analisi rigorosa che Kulisciuff si appoggia ai dati per definire un concetto che oggi è, o dovrebbe essere, del tutto pacifico: la donna partecipa appieno del progresso economico, e quindi sociale, e quindi politico, della comunità a cui partecipa. Gli anni dell'industrializzazione segnano una rivoluzione invisibile, o forse invisibile solo agli occhi degli uomini: finalmente le donne definiscono sé stesse nel momento in cui diventano lavoratrici, tanto come singole individualità quanto come collettività. È una visione socialista del femminismo che oggi deve essere riscoperta per fare infine pulizia dei tanti femminismi esteriori, di maniera, che finiscono coll'essere strumento del capitale contro i lavoratori tutti, uomini o donne.