"E dopo un momento entrĂČ nella saletta colei il cui nome era divenuto in quei giorni sinonimo di bellezza e dâamore, la stupenda figlia minore del Granduca, Isabella dei Medici duchessa Orsini di Bracciano, che il padre aveva chiamata per vezzeggiativo, quandâera bambina, Goccia dâoro".
In un XVI secolo vivido e crudele, animato da grandi amori e inconfessabili violenze, la giovane Isabella Deâ Medici Ăš maritata dal padre Cosimo al duca Paolo Giordano Orsini. Affidata da questâultimo al cugino Troilo, lei â che Ăš la "Goccia dâoro" che dĂ il titolo al romanzo â dovrĂ sottostare a un controllo duro e apparentemente inevitabile. Proprio lei, Isabella, che Ăš cosĂŹ vitale, condannata a un destino simile! Fra intrighi e scandali appassionanti, Alfredo Pitta ci immerge cosĂŹ nelle atmosfere irresistibili del Rinascimento, prendendo le mosse da fatti tanto tragici quanto realmente accaduti.
Alfredo Pitta (1875-1952) nasce a Lucera, dove si interessa precocemente alla letteratura e al giornalismo. Dopo aver pubblicato le prime novelle sul Foglietto â rivista diretta dal fratello Gaetano â si trasferisce a Roma, per collaborare al Messaggero di Roma, e poi a Milano. Nel 1904 entra come impiegato al Ministero dei Lavori Pubblici, posizione a cui affiancherĂ un febbrile lavoro di traduzione per Sonzogno e Mondadori. Negli stessi anni inizia a pubblicare i primi romanzi, che spaziano dal giallo al cappa-e-spada. Autore fertile e ricco di fantasia, pubblicherĂ una quarantina di libri, fra cui il celebre "Santajusta" (1936), incentrato sulla storia duecentesca della sua Lucera. Fra i suoi molti lavori, si possono citare anche "Castelmalo" (1931), "Le tredici colonne" (1933) e "Lâidolo di Rankanava" (1940).