Nel suo primo romanzo, accolto da un successo travolgente, Dostoevskij descrive la miseria della Russia del proprio tempo attraverso il prisma di un amore al contempo ingenuo e disperato. Varvara Dobroselova e Makar Alekseevič Devuškin vivono in due diversi appartamenti sulla stessa strada, scambiandosi lettere che attestano lo squallore in cui sono costretti a vivere. Makar, nonostante l’indigenza, spende tutto ciò che ha solo per riuscire a fare dei regali a Varja. La ragazza, consapevole delle difficoltà, deciderà di fare una scelta che solo in apparenza sarà in contraddizione con l’amore che prova per Makar... Un classico indimenticabile, frutto di un genio assoluto della letteratura mondiale.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881), secondo di otto figli, nasce a Mosca in una famiglia di antica nobiltà. Dopo la morte dell’amata madre (1837) e del dispotico padre (1839) inizia a manifestare i primi sintomi di epilessia. Dal 1849 al 1859 sconta una lunga pena per aver preso parte ad una società segreta, sfiorando addirittura la fucilazione. Sebbene diplomato alla Scuola Superiore del genio militare di San Pietroburgo, Dostoevskij si concentra fin da giovane sulla scrittura, dando alle stampe molte opere che gli garantiscono grande fama anche da vivo (fra cui "Memorie dal sottosuolo", "Delitto e castigo", "L’idiota"). Dopo una vita caotica e dissoluta, aggravata dal gioco d’azzardo, Dostoevskij muore nel 1881, poco dopo aver terminato "I fratelli Karamazov".