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Gli ingenui

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Pubblicato nel 1896, "Gli ingenui" raccoglie alcuni scritti particolari e precoci, nell’ambito della nutrita produzione letteraria di Alfredo Panzini. A partire dalla lunga novella "La cagna nera", passando per contributi più brevi come "Nora", "Da Novi a Pavia" e "Per un ribelle", tutti i testi qui raccolti rivelano un diverso aspetto della magmatica sensibilità dell’autore, fra folgoranti intuizioni descrittive, reportage di viaggio ed eleganti sfoggi di erudizione. Una lettura ideale sia per chi già apprezzi l’autore romagnolo, sia per chi, non avendolo mai letto, intenda approcciarsi alla sua prosa in modo semplice ma al contempo godibilissimo.

Alfredo Panzini (1863-1939) nasce a Senigallia, figlio di un medico riminese. Trascorsa l’infanzia a Rimini, frequenta il Convitto Nazionale Foscarini a Venezia e poi l’Università di Bologna, laureandosi in Lettere (fra i suoi docenti, anche Giosuè Carducci). Insegnerà per tutta la vita al Liceo Ginnasio Statale Terenzio Mamiani di Roma, affiancando alla professione di insegnante una vivace produzione letteraria e lessicografica. Nel 1905, infatti, è fra i compilatori del Dizionario Moderno Hoepli. Scrittore estremamente prolifico, firma una trentina di romanzi (fra cui "Rose d’ogni mese", "Il padrone sono me!" e "La sventurata Irminda"), ma è anche autore di vari saggi storici ("Sigismondo Malatesta") e letterari ("L’evoluzione di Giosuè Carducci").