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La Madonna di Mamà

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"Finalmente andò a sfogarsi con mamà. Nella camera dove mamà lavorava, c’era entro una cornice vecchia di legno, dal contorno barocco, quell’immagine di una Madonna, con un profilo bianco, sur un fondo scuro, incline e dolce sul pargoletto lattante" ... Aquilino è un ragazzo vivace, sempre dedito a far valere ciò che per lui è giusto contro le palesi iniquità del mondo. Che si tratti degli insegnanti, dei preti o dei suoi coetanei, dell’amore e della famiglia: ogni cosa sembra concorrere a trasformare questo mondo in qualcosa di diverso, strappandolo all’abbraccio della gioventù per una missione sovrumana. La guerra incombe, i giovani si preparano a partire. Scritto durante la Grande Guerra – e dedicato a un giovane amico, caduto fra i primi sul fronte nel 1915 – "La Madonna di Mamà" è un romanzo dolente, puro e sincero. Uno dei testi più emblematici della fantasia narrativa di Alfredo Panzini.

Alfredo Panzini (1863-1939) nasce a Senigallia, figlio di un medico riminese. Trascorsa l’infanzia a Rimini, frequenta il Convitto Nazionale Foscarini a Venezia e poi l’Università di Bologna, laureandosi in Lettere (fra i suoi docenti, anche Giosuè Carducci). Insegnerà per tutta la vita al Liceo Ginnasio Statale Terenzio Mamiani di Roma, affiancando alla professione di insegnante una vivace produzione letteraria e lessicografica. Nel 1905, infatti, è fra i compilatori del Dizionario Moderno Hoepli. Scrittore estremamente prolifico, firma una trentina di romanzi (fra cui "Rose d’ogni mese", "Il padrone sono me!" e "La sventurata Irminda"), ma è anche autore di vari saggi storici ("Sigismondo Malatesta") e letterari ("L’evoluzione di Giosuè Carducci").