Pubblicato nel 1922, al culmine dei convulsi anni che avrebbero precipitato lâItalia nel fascismo, "Il padrone sono me!" Ăš un toccante romanzo corale, incentrato sulle alterne fortune di due famiglie strettamente legate. Siamo sulla riviera romagnola: il Mingon e la Mingona sono i custodi della villa del Commendator C., che vi si reca ogni estate con la famiglia. ZvanĂŹ e Robertino, rispettivamente figli del servo e del padrone, crescono insieme, fra mille avventure e legati da un profondo affetto. Lâadolescenza, la scoperta dellâamore e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale cambieranno tutto inesorabilmente. Lâimmane tragedia avrĂ effetti imprevisti sulla vita di tutti, finendo col rovesciarne le parti: in anni in cui il socialismo sembra quasi poter avere la meglio, la lotta di classe si fa piĂč intensa, e chi era padrone Ăš costretto a cedere il passo...
Alfredo Panzini (1863-1939) nasce a Senigallia, figlio di un medico riminese. Trascorsa lâinfanzia a Rimini, frequenta il Convitto Nazionale Foscarini a Venezia e poi lâUniversitĂ di Bologna, laureandosi in Lettere (fra i suoi docenti, anche GiosuĂš Carducci). InsegnerĂ per tutta la vita al Liceo Ginnasio Statale Terenzio Mamiani di Roma, affiancando alla professione di insegnante una vivace produzione letteraria e lessicografica. Nel 1905, infatti, Ăš fra i compilatori del Dizionario Moderno Hoepli. Scrittore estremamente prolifico, firma una trentina di romanzi (fra cui "Rose dâogni mese", "Il padrone sono me!" e "La sventurata Irminda"), ma Ăš anche autore di vari saggi storici ("Sigismondo Malatesta") e letterari ("Lâevoluzione di GiosuĂš Carducci").