Pubblicato a Bologna dall’editore Cappelli, nel 1928, "La duchessa di Migliano" è un romanzo che ci trascina con sé nel mondo a tratti brillante, a tratti cupo, dell’aristocrazia italiana di inizio Novecento. L’anziana Olimpia, Duchessa di Migliano, è rimasta vedova molti anni addietro, allevando da sola ben tre figli maschi dei quali il primo si è fatto gesuita, il secondo è morto in Libia e il terzo, Don Filippo, dimostra una salute alquanto cagionevole. Resasi conto che l’unica possibilità di dare un erede alla dinastia sta proprio in quel suo terzogenito dall’aria fragile e malata, Donna Olimpia è riuscita nell’impresa di fargli sposare Francesca, nobildonna di origini francesi, spagnole e rumene, che vanta un "pedigree" di primordine. Peccato, però, che l’autorità della matrona sul palazzotto di Borgo Pace rischi di essere messa in discussione proprio dalla nuova arrivata, abituata alla sfarzosa vita sociale di Firenze e Roma...
Amelia Cottini Osta (1877-1946) nasce a Lugano. Autrice dapprima di articoli e romanzi d’appendice, si afferma successivamente come corrispondente di guerra, distinguendosi come una fra le uniche donne ad aver documentato la Prima Guerra Mondiale direttamente dal fronte. Il 27 luglio 1944, avendo osteggiato il morente regime fascista in un suo articolo, verrà condannata in contumacia a quindici anni. Nascostasi in un cascinale insieme a dei partigiani – nei pressi di Moncalvo – attenderà la fine della guerra, di cui, fino alla morte, denuncerà le crudeltà . È autrice, fra i tanti romanzi, di "Fra cielo e mare", "Il pallone fantasma" e "L’ultimo sogno".