Primo volume della sua "trilogia romantica", "Lungo la via" è un’interessante ibridazione narrativa, composta da Antonietta Giacomelli con l’intento di offrire uno spaccato di vita spirituale italiana attraverso varie generazioni, vissute prima e dopo il Risorgimento. Mescolando il genere diaristico con quello epistolare, il romanzo segue in particolare le vicende di tre personaggi: l’esuberante ma virtuoso Gino, l’intraprendente Nicoletta e la loro anziana zia Annetta, che affida al proprio diario le memorie di una vita e la volontà di trasmettere ai nipoti gli insegnamenti più importanti. Testo fondamentale per comprendere le inquietudini (ma anche le speranze) di un mondo cattolico che, con la fine del potere temporale della Chiesa, si è visto costretto a confrontarsi con la marea montante della modernità.
Antonietta Giacomelli (1857-1949) nasce a Treviso da una famiglia di piccoli imprenditori. Nel 1893, trasferitasi a Roma, entra in contatto con gli ambienti cattolico-liberali, contesto entro cui affina le proprie conoscenze teologiche e, soprattutto, politiche. A partire dalla pubblicazione di "Lungo la via" (1889) inizia a farsi conoscere come una fra le più importanti voci femminili dell’ala moderata, impegnandosi a favorire l’emancipazione della donna e la tutela dei ceti meno abbienti. Giornalista e redattrice instancabile, partecipa alla creazione di molte associazioni – fra le quali l’Unione per il Bene – e incoraggia la crescita dello scoutismo femminile in Italia. Oltre alle opere di narrativa, fra cui è doveroso citare "Sulla breccia" (1894), ha firmato alcuni fra i testi più importanti del mondo cattolico italiano, come ad esempio "Il libro nuovo" (1928) e "Per la riscossa cristiana" (1913).