Una brezzolina diaccia gonfiava i camiciotti dei muratori riuniti su quel crocicchio del corso di Porta Garibaldi, detto da essi, per antica tradizionale abitudine, "il Ponte".
Era l'ultimo lunedì di marzo, e la temperatura si manteneva frigida specialmente in quelle prime ore del giorno.
Gli uomini fumavano con le loro pipe di viola, di terracotta o di gesso; o masticavano l'orrida cicca, camminando in su e in giù per non intirizzirsi. I ragazzi tentavano di fare un pochino il chiasso, ma senza lena e ancora mezzo addormentati.
La schiera aumentava di minuto in minuto. Muratori, manuali, badilanti, garzoncelli, arrivavano da tutte le parti, dal fondo di Porta Vercellina e di Porta Vittoria, più ancora dal popoloso Borgo degli Ortolani e dalle campagne circostanti.