Con un entusiasmo tutto ottocentesco per il progresso tecnico, ma anche con lo spirito arguto e socialmente consapevole che lo contraddistingue, Carlo Collodi assembla un curioso esperimento letterario, a metà strada fra una guida turistica e un diario di viaggio. Chi legge si ritrova così calato nella Toscana dell’epoca, scoprendo insieme all’autore luci e ombre di un’Italia in procinto di diventare nazione moderna. Illustrandoci dapprima la storia delle ferrovie della Penisola, Collodi ci accompagna in una gita da Firenze a Livorno, popolando la nostra mente di incontri emblematici, scorci di paesaggio e piccole bizzarrie di ordinaria quotidianità. Documento storico inestimabile, "Un romanzo in vapore" è anche una lettura estremamente piacevole, che non mancherà di divertire, commuovere e far riflettere.
Carlo Lorenzini (1826-1890) nasce a Firenze in una famiglia di basso ceto. Studia grazie all’aiuto economico dei marchesi Ginori (per cui entrambi i genitori lavorano) e, dopo qualche anno in seminario, nel 1844 inizia a lavorare come commesso nella libreria Piatti. Inizia intanto, giovanissimo, a pubblicare i primi articoli per L’Italia musicale. Prende parte da volontario sia alla Prima che alla Seconda Guerra d’Indipendenza, affermandosi come critico, giornalista e scrittore. Nel 1883, dopo averlo pubblicato a puntate sul Giornale per i bambini, dà alle stampe il suo capolavoro, "Le avventure di Pinocchio". Tradotto in più di trecento lingue, "Pinocchio" è anche l’opera italiana più letta al mondo, nonché il libro più tradotto di sempre dopo "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry. Collodi – pseudonimo tratto dal paese d’origine della madre – ha goduto in vita di enorme fama, pubblicando anche altre opere come "Il regalo di Capo d’Anno" (1884) e "L’onore del marito" (1870).