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“La formazione di regimi oligarchici nel seno dei regimi democratici moderni Ăš organica. In altri termini, essa Ăš da considerarsi quale tendenza, alla quale deve soggiacere ogni organizzazione, persino la socialistica, persino la libertaria. [
] Se vi Ăš una legge sociologica, a cui sottostanno i partiti politici – e prendiamo qui la parola politica nel suo senso piĂč lato – questa legge, ridotta alla sua formula piĂč concisa, non puĂČ suonare che all'incirca cosĂŹ: 'L'organizzazione Ăš la madre della signoria degli eletti sugli elettori'. [
] Forse, se non trova la guarigione, la malattia oligarchica trova pure un certo sollievo nel principio stesso della democrazia, che si adopera costantemente a rendere accessibili le fonti della cultura a masse di popolo sempre piĂč estese. Gli Ăš che un maggior grado di cultura significa un maggiore grado di capacitĂ  di controllare. A guidare delle masse colte non si hanno le mani cosĂŹ libere, come a guidare delle masse incolte.” (Roberto Michels) I saggi qui presentati ai lettori – e la successiva bibliografia – vogliono fornire in un breve panorama di insieme alcune delle ragioni del perdurare dell'“attualità” e del valore argomentativo delle analisi di Michels sui limiti e contraddizioni della (plurĂŹvoca) democrazia, sui processi involutivi oligarchici interni alle organizzazioni sociali e politiche – partititi, movimenti, sindacati, o altre forme associative strutturate –, con uno sguardo anche alla sua particolare declinazione “della grandiosa teoria detta della circolazione delle Ă©lites”. Il volume contiene anche, in lingua originale, alcuni scritti – sulla democrazia, i partiti e le oligarchie – di James Bryce, oggi per lo piĂč confinato nelle biblioteche degli storici.