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All'erta, sentinella!

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Pubblicata dall’editore milanese Treves nel 1889, la presente raccolta di novelle portava originariamente il titolo di "Racconti napoletani". Sì, perché di questo, in effetti, si tratta: con lo stile inconfondibile della grande scrittrice e giornalista che è stata, Matilde Serao celebra infatti proprio Napoli, la sua peculiare cultura e tutto ciò che ad esse si lega a filo doppio. Che si tratti di narrare la desolazione di un giovane detenuto in "All’erta, sentinella!", oppure la fierezza con cui è difeso un amore contrastato in "O Giovannino, o la morte", tutto sembra ricondurre sempre ai condizionamenti di un ambiente che, sebbene reso più tollerabile dalle bellezze paesaggistiche, cela sempre qualche stortura, qualche ingiustizia. Del resto, da chi si è sempre battuta per la dignità e l’autodeterminazione della persona, non ci si può aspettare che una disamina dura – anche se indulgente ed empatica – di una realtà complessa come quella di Napoli...

Matilde Serao (1856-1927) nasce a Patrasso ma cresce a Napoli, dove manifesta un precoce interesse per la letteratura. Nel 1882 si trasferisce a Roma, iniziando a collaborare come cronista al "Capitan Fracassa" e conoscendo il futuro marito Edoardo Scarfoglio. Sarà con lui, quindi, che coronerà l’ambizione di dirigere un giornale. Nel corso della loro lunga relazione – da cui nasceranno quattro figli – i coniugi fonderanno vari quotidiani, il maggiore dei quali sarà Il Mattino (1892). Dopo una burrascosa separazione, Matilde crea un proprio giornale, Il Giorno (1903), e dà vita ad un nuovo sodalizio, sentimentale e professionale, col giornalista Giuseppe Natale. Matilde Serao è stata, oltre che importantissima giornalista, anche scrittrice prolifica, pubblicando vari romanzi e raccolte di racconti. Muore nel 1927, poco dopo che Mussolini in persona ne ha bloccato la candidatura al Premio Nobel per la Letteratura.