Uomini veri. Corpi che si sfiorano, sguardi che si misurano come colpi. Incontri nati dal silenzio, dalla sfida, dal bisogno improvviso di toccare ciò che non si dovrebbe. Manuel García racconta un erotismo crudo e autentico, fatto di desideri maschili che si accendono nei luoghi più comuni — uffici, palestre, hotel — e bruciano fino a consumare ogni resistenza.
Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, “Amanta e il Suo Padrone”, un giovane professionista si ritrova in viaggio di lavoro con un collega più grande, virile, magnetico. Tra whisky e confidenze, il non detto si fa presenza, la distanza si riduce, il desiderio diventa inevitabile. In una notte d’albergo, la maschera del controllo cade, e ciò che era solo immaginazione prende forma, peso, odore.
Due uomini. Nessuna finzione. Solo la forza di un incontro che travolge ogni equilibrio e lascia addosso il segno della verità: quella del corpo, della sottomissione, del potere.
Una scrittura diretta, fisica, essenziale.
Un erotismo virile che non cerca di piacere, ma di essere sentito.













