È la casa, luogo di ritrovo e incontro di tutta la famiglia, il centro nevralgico di questo romanzo, che è al tempo stesso una chiara denuncia e una fotografia tragicomica dei vizi e delle contraddizioni della borghesia italiana di inizio Novecento. È tra le mura domestiche che i membri della famiglia indossano e tolgono le proprie maschere con maggior naturalezza, ed è sempre all'interno della casa che vengono risolte le questioni spinose che non devono raggiungere l'orecchio del pubblico. La casa, solitamente intesa come luogo sicuro e protetto di reale autenticità, diventa in questo romanzo - attuale all'epoca come oggi - specchio di ipocrisia e origine di malizia e menzogne. Soltanto scoperchiando la casa, mettendone a nudo le fondamenta e mostrando il lato oscuro dei suoi abitanti, l'autore riesce a mettere in luce le vere debolezze della società borghese e il fallimento definitivo dei suoi valori.
Mario Mariani (1883 – 1951) è stato un giornalista, poeta e scrittore italiano attivo nella prima metà del Novecento. Grazie alle proprie origini benestanti, sin da giovane riuscì a inserirsi nei circoli letterari più importanti, arrivando a frequentare personalità di spicco come Gabriele D'Annunzio, Giovanni Pascoli e Giosuè Carducci. Visse per un periodo a Berlino, lavorando come corrispondente estero per un periodico italiano, e successivamente a Nizza e in Belgio, durante la sua fuga dal regime fascista.