Maschi veri, fatti di muscoli, fatica e silenzi. Uomini che odorano di ferro e sudore, che non cercano carezze ma sfide. Nei racconti di Manuel García il desiderio non è mai dolce: nasce dallo scontro, dall’attrito, da un gesto brusco che diventa subito necessità. Qui l’erotismo è virile, diretto, senza maschere.
Il racconto che dà il titolo alla raccolta, Sottomesso in Officina, si apre tra chiavi inglesi e lamiere d’auto, in una periferia qualunque. Giovanni, meccanico maturo e rispettato, nasconde fantasie che nessuno conosce. E quando l’apprendista Alberto, col suo sorriso arrogante e il corpo giovane che sa di benzina e pelle, si spoglia senza pensarci, l’aria si fa tesa, elettrica, pronta a esplodere.
«Era rimasto nudo davanti a me, solo per un attimo, ma bastò. L’odore di olio bruciato, il lampo dei suoi muscoli sotto la luce al neon. E io capii che non avrei più potuto tornare indietro.»
Storie di uomini che si cercano e si sfidano, fino a piegarsi l’uno all’altro.
Perché la virilità, quando incontra il desiderio, diventa sempre potere — e resa.