"L' Italia Ăš un'espressione geografica."
Principe Klemens von Metternich
In questo romanzo semiautobiografico, uno scrittore di mezza etĂ si trova in piĂč occasioni a passare per i territori della Dalmazia, costringendosi a riflettere sulla storia della regione e sulle proprie vicende famigliari. Il narratore â cosĂŹ come Tomizza â Ăš originario dellâIstria, ma ha remote ascendenze dalmate. Chiamato a tenere alcune conferenze a Zara, lo scrittore entra in contatto con alcune personalitĂ di spicco della politica locale e, nel corso di qualche anno, assiste al cambio di regime jugoslavo, ai primi vagiti di un nazionalismo rimasto a lungo silente e, quindi, alla guerra. Una guerra doppiamente infame, che contrappone vicini di casa e amici di lunga data, ma che segna, al contempo, il concretizzarsi di antiche spinte autonomiste. Un romanzo che aiuta a capire i Balcani e la loro complessa storia, grazie allo sguardo sensibile di un grandissimo scrittore di frontiera...
Fulvio Tomizza (1935-1999) nasce nella contrada di Materada, nel comune istriano di Giurizzani. Cresciuto in mezzo alle tensioni interetniche fra italofoni e slavi, con lâirrompere della Seconda guerra mondiale Ăš costretto a riparare a Trieste con la famiglia. Iscrittosi allâAccademia di Arte Drammatica e alla facoltĂ di Lettere di Belgrado, nel 1957 esordisce con i primi racconti, cui faranno seguito, di lĂŹ a poco, i romanzi della Trilogia Istriana: "Materada" (1960), "La ragazza di Petrovia" (1963) e "Il bosco di acacie" (1966). Ai suoi romanzi, che raccontano la difficile vita degli italiani di frontiera, Tomizza affianca unâoriginale produzione teatrale ("Vera Verk", "La storia di Bertoldo", "Lâidealista") e una serie di testi per lâinfanzia ("La pulce in gabbia", "Il gatto Martino"). Nel 1977, col romanzo "La miglior vita", si aggiudica il Premio Strega.