In un mondo sospeso tra la disperazione più cupa e la beffarda leggerezza del vivere, Maksim Gor'kij dipinge con crudo realismo due ritratti indelebili dell'animo russo.
Il burlone ci presenta un uomo che ha fatto della presa in giro la sua unica ragione di vita. Un clown della miseria umana che, tra uno scherzo crudele e una risata amara, smaschera le ipocrisie della piccola borghesia, finendo per rimanere intrappolato nella sua stessa maschera. La sua beffa è un grido di protesta, una follia calcolata che nasconde un abisso di solitudine.
Ne L'angoscia, la scena si sposta nelle viscere di una città, dove un vetturino, logorato dalla fatica e dal dolore, cerca disperatamente un orecchio che lo ascolti. La morte della moglie è un peso troppo grande da sopportare in silenzio, ma nella folla indifferente di San Pietroburgo, nessuno ha tempo per la sua sofferenza. La sua angoscia diventa un fiume in piena, destinato a scorrere inascoltato.
Uniti in questo volume, questi due capolavori mostrano le due facce della stessa medaglia: la disperazione che si nasconde dietro una risata e il silenzio assordante del dolore in un mondo che non vuole sentire. Gor'kij, maestro indiscusso del realismo russo, ci consegna un'affilata analisi sociale e una commovente esplorazione della condizione umana.













