Siamo dietro le quinte di un teatro, dove una compagnia di comici sta provando una nuova commedia. Non siamo ancora nello spettacolo, ma già sul palcoscenico si consuma un dramma, o meglio una commedia, reale: attori litigiosi, prime donne capricciose, autori in ansia e capocomici che cercano di tenere tutto insieme. In questo geniale gioco di specchi, Carlo Goldoni non mette in scena solo una storia, ma fa del teatro stesso il suo soggetto. Attraverso le dispute tra i componenti della compagnia, l'autore sviluppa il suo vero e proprio "manifesto" per una riforma del teatro. Contro le improvvisazioni e le maschere della Commedia dell'Arte, egli propone un'arte nuova, fatta di caratteri verosimili, copioni scritti e uno sguardo affettuoso ma critico sulla società.
"Il teatro comico" è dunque un'opera fondamentale, un metateatro dove i personaggi discutono di come si dovrebbe fare teatro, mentre, loro malgrado, mostrano i vizi e le virtù della vita reale. Più che una semplice commedia, è un atto d'amore per il palcoscenico, un ritratto del mondo degli attori e, soprattutto, la dichiarazione di poetica con cui Goldoni ha cambiato per sempre la storia del teatro italiano.













