Pubblicata per la prima volta nel 1518, "La mandragola" è probabilmente la commedia più importante del Cinquecento, letta e amata da generazioni di letterati (fra cui Voltaire e Carlo Goldoni). Siamo a Firenze, nel 1504. Il famoso medico Callimaco è ossessionato da Lucrezia, moglie dell’ingenuo messer Nicia. Quest’ultimo, disperato per non essere ancora riuscito ad avere figli, riceve dal dottor Callimaco una strana proposta: basterebbe somministrare a Lucrezia una pozione di mandragola (pianta ritenuta da sempre afrodisiaca). L’unico intoppo, però, è che, stando a quanto dice quel furbacchione di Callimaco, così facendo, il primo che avrà un rapporto con Lucrezia morirà senz’altro. Se solo si riuscisse a trovare un volontario a questo scopo! Chissà, magari un umile garzone...
Niccolò di Bernardo dei Machiavelli (1469-1527) nasce a Firenze da una famiglia di popolani abbastanza modesta. Nonostante ciò, riceve una solida formazione umanistica, tale da potersi permettere di concorrere alla segreteria della seconda cancelleria del Comune. Da qui prende le mosse la sua carriera politica attiva, che lo vedrà impegnato anche in altre cariche e missioni diplomatiche. Grande ammiratore di Cesare Borgia, a lui dedicherà la sua opera più celebre, "Il Principe", per cui è considerato il fondatore della scienza politica moderna. Dal 1512, col ritorno dei Medici al governo, Machiavelli si ritirerà a vita privata, dedicandosi alla stesura di opere letterarie, filosofiche e storiche, apprezzate per lo stile semplice, vivo, diretto, capace di rendere chiari anche i concetti più complicati. Tra queste si possono citare "Belfagor arcidiavolo" e le "Istorie Fiorentine".