Uomini veri. Virili, concreti, silenziosi o bruschi, ma capaci di accendere il desiderio con un gesto improvviso, uno sguardo trattenuto, uno sfiorarsi che diventa inevitabile. Nei racconti di Manuel García l’erotismo non è un artificio: è carne, odore, sudore, tensione. È l’uomo che desidera l’uomo — con tutta la sua potenza, senza scuse e senza dolcezze.
Il racconto che dà il titolo al libro, Gang a Sorpresa, nasce da una serata che sembra ordinaria. Un ritorno a casa, una fidanzata che aspetta sulla soglia, una confessione che esplode improvvisa: quello che doveva essere un gioco a due si trasforma in un incontro proibito, un gruppo di uomini dietro una porta, pronti a mettere alla prova corpi e limiti. Il protagonista, spiazzato e già eccitato, deve scegliere se tirarsi indietro o lasciarsi travolgere.
Scena evocata: il portone si chiude alle spalle, l’eco dei passi sale per le scale. Dentro, l’aria è densa di fumo e di attesa. Cinque uomini lo fissano, silenziosi, ognuno con il suo sguardo affamato. Una tensione spessa come sudore riempie la stanza, le parole si fermano in gola. È la pelle a parlare, il respiro che accelera, il desiderio che diventa un ordine non scritto. Le mani che si avvicinano non chiedono: prendono.
Manuel García scrive senza veli, senza concessioni. L’eco che resta è quello di un incontro vissuto fino in fondo, dove il piacere maschile trova la sua forma più cruda e inevitabile. Un libro che lascia addosso il calore di corpi stretti, e la certezza che il desiderio, quando esplode, non conosce limiti.